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App Immuni: cos'è e come funziona?

Per tenere monitorata l’epidemia del Coronavirus, in Italia è stata introdotta l’app Immuni. Ma come funziona e a cosa serve questa nuova applicazione?

Disponibile per iOS e Android, Immuni, l’app di Bending Spoons scelta dal Governo italiano per il contact tracing dei contagiati dal COVID-19, è scaricabile dal 15 giugno su tutto il territorio nazionale. Il download di quest’ultima è gratuito e volontario, e fin dal primo giorno dà il via libera al Garante Privacy.

L’app Immuni viene utilizzata per sapere se si è stati a contatto con qualcuno risultato positivo al Coronavirus. Nel caso accadesse, verremmo subito avvisati con una notifica e, con la nostra collaborazione, potremo permettere all’autorità sanitaria di monitorare questo contagio.

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È possibile scaricare l’applicazione dal Play Store per i dispositivi Android e dall’Apple Store per i dispositivi iOS (solo per iPhone successivi al modello 6S del 2015), oppure dal sito ufficiale www.immuni.italia.it. Il download non è ancora disponibile per AppGallery, lo store di alcuni smartphone Huawei, ma gli sviluppatori stanno lavorando al fine di renderlo disponibile al più presto. Inoltre, da fine luglio, è attivo il numero verde (800-912491) per ricevere assistenza e supporto nel caso in cui si riscontrassero ulteriori problematiche.

Gli avvisi di rischio contagio inviati da Immuni, nel primo mese di utilizzo erano state 23, mentre 46 sono stati gli utenti risultati positivi che hanno dato l’ok per diramare l’alert ad altri utenti con cui sono stati a stretto contatto. Continuano comunque ad esserci opinioni contrastanti su questa nuova applicazione: una, a favore, afferma che già i primi numeri danno prova della sua efficacia; l’altra ritiene che l’app non decollerà mai, a causa dei cittadini scettici sulla tutela della privacy del sistema di tracciamento.

Gli studi, svolti dalla Oxford University, dicono che sarebbe ideale che, per l’analisi delle statistiche, almeno il 60% della popolazione si registrasse ad Immuni; aggiungendo che anche percentuali più basse potrebbero essere utili per limitare il contagio e salvare vite umane. Ad oggi, risultano circa 4,5 milioni di download, quindi circa il 12% della popolazione.

Per tutelare la privacy degli utenti dell’app, il tracciamento non viene effettuato tramite l’utilizzo del GPS; si appoggia, infatti, alla tecnologia Bluetooth Low Energy (BLE), alla quale viene assegnato un ID temporaneo, che varia spesso e viene scambiato tramite Bluetooth con i dispositivi vicini. I cellulari conservano in memoria questi ID sotto forma di codici anonimi crittografati; così, quando un soggetto risulta positivo al virus, gli operatori sanitari gli forniscono l’autorizzazione per scaricare il proprio codice anonimo su un server ministeriale, dal quale gli smartphone con l’app prelevano ad intervalli regolari i codici dei contagiati. Nel caso in cui Immuni riconoscesse nella propria memoria il codice di un contagiato, invierebbe nell’immediato una notifica all’utente.

Al momento non potremo contare su Immuni durante i viaggi all’estero, in quanto non vi è interoperabilità tra le app per il Coronavirus, nemmeno all’interno dell’Europa. Eppure, l’Unione Europea ha sollecitato in più occasioni l’adozione di una soluzione condivisa per la gestione tecnologica dell’emergenza sanitaria, ma fino ad ora nessuna proposta è andata in porto.

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