Le sfide digitali che l’Italia dovrà affrontare
Con l’istituzione del Ministero dell’Innovazione, il nuovo Governo ha voluto dare un forte segnale per quanto riguarda le priorità che il nostro Paese si dovrà dare. Innumerevoli sono i temi aperti, i problemi, i progetti sospesi o falliti e le necessità di aziende e cittadini, a cui dovranno essere date risposte e soluzioni. Vediamo quindi alcune delle sfide di maggiore importanza per il futuro dell’Italia.
Sanità
Il settore sanitario è stato innovato fortemente dal Fascicolo Sanitario Elettronico, potente strumento che raccoglie tutta la storia della vita sanitaria di un paziente, dando la possibilità di condividerla con tutti i professionisti sanitari. Su questo tema, due sono le criticità maggiori:
- la prima è il perdurare delle differenze nei contenuti e nelle modalità di accesso ai FSE da Regione a Regione; alle differenze nella parte dedicata al cittadino, si aggiungono poi anche le molte differenze nel “back-office”, in quanto anche le piattaforme, gli standard e gli strumenti utilizzati sono spesso diversi da Regione a Regione, generando, per esempio, problematiche collegate all’impossibilità di inserire tutti i tipi di referti e documenti nel FSE;
- la seconda criticità, non di minore rilievo, è la garanzia della sicurezza all’accesso ai dati personali e per la privacy dei cittadini. Il problema ha molteplici sfaccettature, sia dal punto di vista politico, sia operativo e giuridico, con molteplici attori a dover dirimere la questione (AGID, Garante della Privacy, ecc.).
Altra tematica legata all’innovazione in campo sanitario sarà quella della telemedicina, progetto finanziato dal Ministero della Salute con 17.432.447,00 € nel 2019 ed altrettanti nel 2020 e nel 2021, con lo scopo di completare “la mappatura delle esperienze di telemedicina sul territorio nazionale in coerenza con quanto definito nelle linee di indirizzo in materia di telemedicina” conseguendo, ad oggi, il solo risultato di affermare che la mappatura non è stata completata per “mancata collaborazione delle amministrazioni e organismi coinvolti”.
Infine, dovrà essere considerata la necessità assoluta ed urgente di progetti relativi alla “silver economy”, ossia il soddisfacimento delle necessità in termini di consumo, vita e salute degli anziani. Questi progetti e questi modelli potrebbero peraltro non necessariamente essere a completo carico del SSN: le famiglie italiane, che sostengono oggi un esercito di oltre un milione di badanti, in presenza di strumenti validi, certificati, di telecontrollo del paziente anziano, che danno la possibilità di evitare o quantomeno ridurre il ricorso urgente al pronto soccorso, potrebbero essere disposte a finanziarli o a contribuire, di tasca propria o con le attuali forme di assistenza integrativa.
Cybersicurezza
Il 19 luglio 2019 è stato approvato il Disegno di Legge in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Obiettivo del Disegno di Legge è quello di assicurare un livello elevato di sicurezza delle reti, dei sistemi informativi delle amministrazioni pubbliche e degli operatori nazionali, pubblici e privati, da cui dipende l’esercizio di funzioni essenziali per lo Stato. All’approvazione del Decreto seguirà la fase attuativa, che dovrà declinarsi secondo una serie di linee di azione. Tra queste potrebbero essere considerate le seguenti:
- l’individuazione dei soggetti pubblici e privati che rientrano nel perimetro definito, nonché la definizione dei criteri per assicurare l’innalzamento e l’armonizzazione della sicurezza informatica;
- il consolidamento dei ruoli e delle responsabilità nella gestione tecnica delle varie strutture che ad oggi sono incaricate della sicurezza cibernetica;
- il controllo, da parte di un soggetto terzo e indipendente, del rispetto di specifici requisiti di sicurezza per gli apparati di telecomunicazione, utilizzati da attori con rilevanza strategica per il sistema-Paese;
- l’istituzione di un sistema di vigilanza e controllo sul rispetto degli obblighi introdotti;
- la definizione delle modalità di gestione e di notifica degli incidenti, anche con riguardo a quanto prescritto da specifici obblighi normativi nazionali ed internazionali (come il GDPR e la NIS).
Scuola digitale
Dopo la stasi degli ultimi anni, è necessario riprendere il Piano Nazionale Scuola Digitale ed il rispetto delle linee guida europee sulle competenze digitali.
Fortunatamente, non occorrerà ripartire da zero: sarà sufficiente, infatti, proseguire sulla strada iniziata in Italia dal Piano Nazionale Scuola Digitale e coniugarla con quella tracciata dall’Unione Europea, che in questi anni si è già dotata di strumenti e metodologie efficaci per sviluppare e monitorare le competenze digitali di cittadinanza.
Il PNSD ha come obiettivo fondamentale fare crescere, negli studenti a scuola, solide competenze di comprensione e uso consapevole degli strumenti digitali, a tutti i livelli di istruzione, da spendere nel mondo del lavoro e nell’uso quotidiano, come ad esempio nei rapporti con la Pubblica Amministrazione digitale. Per fare questo, sono previste trentacinque “azioni”, attività concrete che devono essere sviluppate all’interno delle scuole per garantire il perseguimento degli obiettivi, fra le quali troviamo, tanto per citarne alcune, la “Azione #3 Connettività ad Internet”, “Azione #7 Laboratori didattici innovativi”, “Azione #15 Curricoli Digitali”, “Azione #24 Biblioteche scolastiche innovative”, “Azioni #25 e #28 Formazione del Personale” e così via.
Nell’epoca delle fake news, del cyberbullismo e dei furti d’identità, è più che mai fondamentale formare cittadini consapevoli e critici, partendo dalle nuove generazioni ed innescando un circolo virtuoso che coinvolga genitori, insegnanti e, più in generale, quante più persone possibili.