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Uso dei droni in agricoltura

Un mercato giovane, ma in continua evoluzione, è quello dei droni agricoli. Questi, infatti, inizialmente necessitavano di complicati settaggi prima di prendere il volo e le immagini scattate dovevano poi essere messe insieme per assumere significato. Ciò implicava il bisogno di buone conoscenze di volo e nozioni di fotogrammetria.

Oggi, invece, bastano pochi e semplici passi per utilizzare un drone e fargli monitorare un intero campo. Il risultato finale ottenuto consiste in una mappa di vigore, in cui saranno evidenziate le aree di stress. Mentre per la realizzazione di mappe di prescrizione è richiesta ancora una certa competenza da parte dell’operatore.

Vi sono già svariate multinazionali che si stanno specializzando e stanno investendo su questa nuova tecnologia. Ma nel settore sono in aumento anche le startup e le piccole imprese che stanno cercando di ritagliarsi il loro spazio.

Sono stati testati una moltitudine di droni che svolgono lo stesso compito, ma con diverse metodologie; alcuni sono dotati di una camera multispettrale in grado di raccogliere le diverse lunghezze d’onda della luce, che vengono inviate ad un software ed elaborate, per fornire all’agricoltore le mappe.

Altri invece hanno un software di volo integrato capace di mappare i campi in maniera autonoma, inviando le immagini in tempo reale sul tablet dell’agricoltore, oppure scaricandole su un pc per analisi e utilizzi ulteriori.

droni agricoltura

Altri ancora puntano sulla velocità a discapito della precisione, per riuscire a monitorare grandi estensioni nel minor tempo possibile; difatti, questi droni possono mappare centinaia di ettari a volo realizzando mappe di vigore, tuttavia, meno precise.

Abbiamo quindi compreso che i droni possiedono svariate funzionalità e caratteristiche, riuscendo così a svolgere diversi compiti. Infatti, sono utilizzati per fare rapporto sui danni subiti dal terreno in seguito a condizioni atmosferiche estreme, come nevicate, gelate o venti impetuosi; aiutano a tenere monitorato il drenaggio del suolo controllando che, invece di defluire, l’acqua non ristagni in determinati punti; verificano che l’operazione di semina di nuovi campi sia andata a buon fine, accertandosi che siano effettivamente spuntati i primi germogli.

Possono essere utilizzati anche per registrare il lavoro svolto nei campi dai contadini, in modo da controllare la corretta esecuzione della prestazione, evitando così problemi che porterebbero alla perdita del raccolto. Un altro metodo innovativo per sfruttare la disponibilità di questa nuova tecnologia è l’idea di un drone pastore. Anche se di primo acchito potrebbe fare sorridere, è già stato testato un drone capace di recuperare capi di bestiame che si allontanano dalla mandria, sopra al quale è possibile montare una cassa acustica per inviare segnali agli animali.

Infine, i droni sono perfetti per lo scouting. Nonostante gli ATV (All Terrain Vehicles, Veicoli Fuoristrada) siano dei mezzi incredibili per passare in rassegna i campi coltivati, potrebbero essere spodestati da questa tipologia di drone, in quanto, quest’ultima, permetterebbe di avere un punto di osservazione privilegiato, meno settoriale e più comprensivo, ed offrirebbe una conoscenza maggiore dell’effettivo stato di salute di una piantagione o la presenza di eventuali problemi.

 

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